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Durante il regno di Carlo Emanuele III di Sardegna, su impulso del sovrintendente agli Affari di Sardegna il conte Gianbattista Lorenzo Bogino, venne promulgato nel 1764 un atto di restaurazione dell'Università di Cagliari, le così dette Costituzioni di sua Maestà, Università che per le vicende dè tempi, e li successivi accidenti di guerra era venuta poscia a decadenza.
L'intento del provvedimento era volto al rafforzamento ed alla qualificazione dell'intero Ateneo che, istituito nel secolo XVII, aveva perso di prestigio impoverendosi pesantemente sia dal punto di vista didattico che culturale. Con il diploma il Sovrano sabaudo dotò l'Università di una nuova ed aggiornata organizzazione ed istituì, per la prima volta una biblioteca a cui doveva essere destinata un'apposita sala, nella nuova sede che, progettata dall'architetto Belgrano di Famolasco, venne edificata sul Bastione del Balice ed inaugurata nel 1770. La sala destinata alla Biblioteca, chiamata comunemente Sala Grande, venne corredata di scaffalature posizionate lungo tutto il perimetro murario ed a piena altezza, scaffalature in cui dovevano trovar collocazione ... i migliori libri in ogni facoltà, onde si gli studenti, che altri sieno in caso all'opportunità di farvi corso, libri che dovevano formare la biblioteca vera e propria grazie agli acquisti disposti dal Magistrato sopra gli Studi a cui competeva anche il modo di assicurare la loro custodia e conservazione.
Le Costituzioni del 1764 al tit. XXVII nei capp. 2 e 3 disponevano inoltre che tutti i tipografi del Regno versassero copia dei libri stampati e così pure i professori, terminato il corso, depositassero una copia dei loro scritti nella Biblioteca che andava formandosi.

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